Testimonianza di Pietro Micolini “Bastiàn” marito della titolare della licenza, Ferro Palmira, aveva dato il nome alla Osteria dopo la sua discesa da Moimacco, come “Cuc” della casa di Palmira. I frequentatori dell’osteria erano soprattutto i contadini, che d’estate sul mezzogiorno si fermavano sotto il portico e alla sera nel cortile sotto il “bressò” a conversare e bere un bicchiere. Durante l’inverno i clienti venivano accolti nella cucina dove “facevano la briscola” e sullo “spolert” bolliva nella caldaia il mais e l’orzo per le “bestie”. Alla domenica il cortile veniva usato come campo di bocce, nel campo per modo di dire in quanto sullo stesso, durante la settimana, passavano i mezzi agricoli. Inoltre la domenica, dopo i vesperi, l’appuntamento era per la briscola in sei. Bello lo spettacolo, in occasione della mascherata e della festa dei gamberi, nel vedere il cortile pieno di biciclette parcheggiate dagli ospiti che venivano dai paesi vicini.