Ugo Roiatti, Benigno Sflurît e Argie Montine che era anche materassaia, ”sgjarpîve le lane” e confezionava le coltri. I materassi di lana a quei tempi erano un lusso, in genere si usava “al stramaz di scùss” foglie di granoturco racchiuse in un sacco che aveva una apertura per poterle rimestare all’interno. Erano dei materassi scomodi perché ogni tanto si sentiva qualche nodo sotto la schiena e durante l’inverno erano freddi perciò per riscaldarsi si portava un mattone caldo nel letto.